Sull’orizzonte creato, in uno squarcio divino, si possono contemplare visioni di Spirito: dopo l’ingresso appena iniziato, già al secondo giorno creativo. E da essa ogni uomo è invitato a non distogliere mente e cuore e assaporare il divino che è sul fondo del profondo di sé.
In quelle particelle di vita, vibra lo Spirito di cui è fatto l’uomo nuovo: prodotto creativo del Padre. Anche Giovanni, primo testimone, sperimentatore del divino, ha contemplato, ha visto dove lo Spirito gestiva e liberava essenze di essere, nel cuore di quel Figlio Gesù, pienezza di vita divina.
E lo Spirito aleggia, si libera e rimane in Lui, come in ogni uomo dopo l’esperienza liberante e santificante di Dio: da quel secondo giorno lo Spirito dimora nell’uomo e tra gli uomini, come anche il Verbo Gesù venne ad abitare.
La liberazione è completa per sempre, è definitiva, e nell’uomo germoglia e perennemente vive la vita dello Spirito nuovo.
L’invito a contemplare dentro di sé e riconoscere una Presenza che corrobora volontà e propositi e agevola eliminazione di peccati di morte, di negazione, di privazione, di angoscia, di rifiuti di vita, di disperazione e sfiducia.
Sarà uno Spirito che emana dall’intimo, che schiude vigore e voglia di vivere.
Vicenda già attuata e consumata da un uomo/sposo fedelissimo di umanità, che rende storia e avvenimento personale le teorie salvifiche del Padre. In Lui possono diventare storie ed esistenze vissute di ogni uomo le contemplazioni dello Spirito, e ogni uomo diventa figlio, grazie a quello Spirito che santifica. E le storie, divina e umana, si incontrano, si riannodano e diventano progetti comuni in dinamico sviluppo verso i tempi, frammentati o eterni.
Su chi discende e rimane lo Spirito, è Lui il Figlio.
Nell’uomo ove vive e traspare lo Spirito, santo, anch’egli è figlio, e rende santa la sua storia, le relazioni e le vicende del suo vissuto. Perché pensa, agisce, sceglie e decide con la mente e il cuore dello Spirito. Perché rifugge doppiezze e ambiguità, compromessi e perenni interessi. Perché non predilige ombre offuscanti e non rinvia le trasparenze vitali della luce. Perché vive di Spirito e con Spirito.
Lo Spirito santificante si esprimerà e indicherà che egli è figlio di Dio, garantirà presenza, rinnovata e costante, della paternità divina. Da qui responsabilità umane di accoglienza, di presenza e di emanazione dello Spirito per rinnovare la terra, la storia, la città dell’uomo, a cominciare da oggi, e in unità con tutti quelli che pongono fiducia nello Spirito.