Richiamo all’intelligenza, alla cultura per prestare attenzione e mettere in atto un procedimento ermeneutico: un parere che risponda all’uomo che ricerca verità, che fa appello all’essere e all’esistenza, per dichiarare pensieri su una situazione di verità logica/etica.
Una richiesta posta ad intellettuali, potenti, autorità. Dunque l’attesa di una risposta autorevole.
E di seguito una parabola: situazione verosimile: un padre, due figli, in questo caso uno amorevole nei fatti, l’altro apparentemente rispettoso dell’autorità costituita. Uno, disobbediente e pentito; l’altro ossequiente e disamorevole. Sullo sfondo, luogo d’azione, ancora la Vigna.
In un’altra occasione, il padrone aveva sollecitato, con contratto alla mano, lavoratori-servi ad andare nella sua Vigna. E a conclusione, allora, il Padrone si era mostrato Padre generoso verso tutti i protagonisti del lavoro. Ora il padre si rivolge ai due figli per lavorare nella Vigna.
Questa Vigna, al Padrone, ricorda il suo popolo, quello della storia recente e quello della futura: l’ama con autentica passione e generosità. La cura e provvede che sempre sia adorna, prosperosa e rinvigorita.
Su di essa verifica anche l’amore e la fedeltà dei suoi due figli, simboli di possibili scelte ed impegno per la vita della Vigna stessa.
Amore autentico di figlio, del primo, che sperimenta infedeltà e pentimento: rigetto di norme ed insieme un cuore purificato e rinnovato per amore filiale; rispetto formale e legale, del secondo, che intuisce ordini di un padre-signore, ma insieme esprime distacco e preferisce solitari progetti.
Fin qui il racconto/ipotesi situazionale. E voi cosa pensate e dite? Agevole e intuibile la risposta di condivisione della prima scelta: una risposta scontata, ma ritorsiva degli stessi interlocutori addottrinati ma sprovveduti, raffinati cultori della legge ma incoerenti impenitenti, dal cuore indurito da norme refrattarie ad emozioni e sentimenti amorevoli.
Sono i giusti che sanno giudicare ed interpretare leggi. Ma prendono distanze da peccatori e prostitute, ritenuti indegni e destinati a rovina. Sono i giusti che vedono e prediligono i loro sensi di giustizia, rigettando anche le proposte autorevoli del grande Profeta.
E non hanno più spazio per revisioni di pensiero e di vita, per rimorsi, pentimenti. Sono gonfi di sé. Quanti sapienti di tale calibro sono presenti oggi, nella Vigna del Signore, che legiferano e codificano, specie per pubblicani e prostitute, inconsapevoli che questi ultimi saranno avanti, nelle prime fila, a pendere dalla bocca di quel Padre Buono.
Ma sarà sempre possibile ravvedersi, per riconoscere in quei pubblici peccatori i figli dal cuore pentito ed amati da Dio, e sedere insieme nel Regno, riconoscenti e lodanti l’amore universale del Padre comune.