Una riflessione sulla decisione delle dimissioni del Papa

- “il Papa svolge il suo ruolo, finché ne avrà le forze, poi potrebbe dimettersi” (cfr. Luce del mondo, pag.53)

- oggi ha deciso di condividere con Dio un’esistenza di libertà di amore

E Dio accettò le dimissioni…

Da qui una possibile lettura della decisione manifestata il giorno 11 febbraio, alla vigilia della Quaresima del 2013.

Il Papa ha svelato il percorso svolto nei mesi precedenti : riflessione, preghiera, confronti con la sua personale storia di uomo, di intellettuale, di teologo…

Egli ha svelato il mistero della sua coscienza e lo ha narrato in pubblico perché non poteva tenerlo per sé: avrà pertanto interrogato sé stesso, la storia della Chiesa, nelle sue vicende e nel suo mistero, avrà riletto i pensieri di Pascal, di Agostino, avrà interpellato Dio, confidandogli preoccupazioni, attese. E Dio avrà usato il metodo solito del silenzio, per lasciare libero ed autonomo l’uomo.

E J. Ratzinger ha continuato a meditare, a ringraziare per i tanti doni ricevuti dal quel Dio che gli era apparso silente, ma che gli gridava libertà di amore.

E il futuro esimio Papa lo avrà, di giorno e di notte, invocato, interpellato, scosso per avere risposte, mentre dalla coscienza e dal cuore forse emergeva e si prefigurava una nuova storia.

E avrà detto al suo Dio, al Cristo che rappresentava, di riconoscere tutti i doni ricevuti, ma gli riconsegnava le chiavi della Chiesa, ricambiava affetti e stima, e decideva di proseguire la sua esistenza come Vescovo nella Chiesa universale.

La sua decisione ha confermato la libertà dell’uomo, anche dinanzi a Dio.

Ha provocato pertanto in tutti rispetto profondo per il suo gesto, narrandoci di voler incarnare una nuova vocazione alla libertà di uomo, di amico di Dio, tra gli amici della Chiesa.

E va ringraziato per aver inaugurato “la teologia della rinuncia, del servizio altro…”

Tutto questo può essere sufficiente per un cuore libero, meno per la ragione intrigante, sanzionatoria, e a volte deviante che cerca per appagare, con la sua solita astuzia, curiosità senza senso, logiche di apparato, intrighi di corte, occasionalità, circostanze, senza saper scendere nel cuore di questo Uomo che avrà sperimentato abbandoni, solitudini, ma soprattutto capacità di credere nell’uomo e nelle sue scelte responsabili.

Abbiamo, finalmente, compreso che le responsabilità dell’esistenza vanno condivise con Dio, che la storia è prodotto di corresponsabilità piena e paritaria con Lui e con il Figlio, che ha condiviso umanità e storia, solitudini e amori, avventura umana e salvezza. E non possiamo abbandonare la storia solo nella mani di Dio, ma in sua compagnia viverla nella libertà e corresponsabilità.

E Ratzinger si è abbandonato liberamente in Dio, continuando il percorso dell’esistenza al passo della croce, propria di chi liberamente compie autentiche scelte, quelle senza tornaconto ed individuali interessi.

Merita per tutto questo, un Grazie corale.