Juan    Mateos

 

La linea di interpretazione esegetica seguita dal Centro Studi Biblici è quella del metodo biblico creato da Juan Mateos, il gesuita spagnolo morto a Malaga il 23 settembre all’età di 86 anni.Uomo di cultura enciclopedica, il sapere di Juan Mateos spaziava tutti i campi dello scibile umano. A tanta sapienza si affiancava una capacità di rapporti umani che lo rendeva affabile e disponibile con ogni categoria di persone, con una predilezione per gli emarginati della società. Quel che Juan Mateos scriveva e insegnava nasceva sì da un approfondimento estremamente esigente dei testi ma anche da una pratica quotidiana del messaggio evangelico e da una vita di grande austerità.

La biografia di Juan Mateos è complessa e ricca. Nato a Ceuta (Spagna), pensava di seguire le orme di famiglia studiando medicina. La tragedia della guerra civile spagnola lo spinse a entrare nella Compagnia di Gesù. Intuendo la sua grande intelligenza i Gesuiti gli diedero la possibilità di studiare teologia sia un Europa (Francia, Austria, Italia) che in Oriente (Libano, Irak), dove prese l’indirizzo delle Scienze Ecclesiastiche Orientali disciplina nella quale conseguì il dottorato a Roma presso il Pontificio Istituto Orientale. E a Roma visse molti anni insegnando Liturgia presso il Pontificio Istituto Orientale e alla Pontificia Università Gregoriana alternando le lezioni a conferenze e corsi di studio in ogni parte del mondo (Europa, Asia, Africa, Stati Uniti).

Fu proprio studiando e insegnando Liturgia Orientale che Juan Mateos sentì nascere il desiderio di andare alla fonte dei vari riti per comprendere le diversificazioni presenti anche nella stessa Chiesa cattolica. Cominciò a chiedersi come mai certe regole ritenute indispensabili nel rito latino non lo erano in quelli orientali, e viceversa e perché nel Codice di Diritto Canonico latino erano proibite o permesse cose che nella tradizione Orientale, anche cattolica, non lo erano affatto.

Pertanto, proprio quando era all’apice del suo insegnamento e le sue ricerche erano considerate testi base per lo studio e per il rinnovamento delle liturgie orientali, Juan Mateos abbandonò questa disciplina e si diede allo studio delle fonti: i Vangeli.

Profondo conoscitore delle lingue bibliche iniziò lo studio sistematico dei testi evangelici che aveva in parte già analizzato nello studio degli antichi lezionari (testi neotestamentari usati nella liturgia). Primo risultato degli studi di Juan Mateos fu nel 1972 il libro Cristianos en fiesta. Mas alla del cristianismo convencional, che già dal significativo titolo mostrava la nuova luce che scaturiva dai vangeli.

Come fece per lo studio delle Liturgie Orientali creò un suo metodo esegetico per lo studio del Nuovo Testamento basato sulla rigorosa analisi filologica e semantica di ogni singola parola (El aspecto verbal en el NT (1979), Cuestiones de gramática y léxico en el Nuevo Testamento (1979), Método de análisis semántico aplicado al griego del Nuevo Testamento. Da queste analisi si aprirono sprazzi di luce che illuminavano i testi biblici di una forma inedita e affascinante.

Per il risultato delle sue ricerche fu incaricato, insieme al biblista Luis Alonso Schöckel, nel 1964, dall’allora vescovo Vicente Enrique y Tarancón di una nuova traduzione dei testi biblici del Messale. Da questo lavoro nacque poi nel 1974 la traduzione in castigliano del Nuevo Testamento. Uno dei massimi esperti a livello mondiale di linguistica, Eugene Nida, presidente dell’American Bible Societies, giudicò questo lavoro "la migliore traduzione in lingua europea" sia per la sua bellezza letteraria sia per il suo rigore linguistico.

Nel 1979 pubblica insieme a Juan Barreto El Evangelio de Juan, analisis lingüistico y comentario exegetico, una traduzione e commento del vangelo di Giovanni che ha fatto riscoprire il valore e la bellezza del quarto evangelista. Da quel momento la produzione letteraria di Juan Mateos e dell’équipe biblica creatasi attorno a lui comincia a produrre abbondanti frutti.

Dopo l’avvento di papa Woytila, Juan Mateos lascia Roma, e nel 1980 si trasferisce a Granada. Dieci anni dopo va a vivere a Cordoba dove inizia con altri collaboratori un gruppo di studio del greco biblico. Proseguendo le sue ricerche Juan Mateos nel 1982 pubblica lo studio (Los "Doce" y otros seguidores de Jesus en el Evangelio de Marcos) che gli costa la perdita dell’insegnamento al Pontificio Istituto Orientale di Roma. In questo ponderoso volume Mateos dimostrava che i dodici nel vangelo di Marco non andavano intesi tanto come entità numerica quanto teologica, poiché in questa cifra l’evangelista indicava tutti i seguitori di Gesù provenienti da Israele.

Liberato dall’insegnamento, Mateos dedica tutte le sue energie alla traduzione dei testi evangelici, e pubblica un commento al vangelo di Matteo (1981) e di Marco (1994), un intero volume sullo studio del capitolo 13 del vangelo di Marco (Marcos 13. El grupo cristiano en la historia, 1987) e una serie di libri adatti a un pubblico più vasto per una migliore comprensione dei vangeli (El horizonte humano. La propuesta de Jesús, Evangelio, figuras y símbolos, La utopía de Jesús). Libri che incontrarono subito una grande accoglienza e che vengono tuttora pubblicati in nuove edizioni anche nella lingua italiana (Cittadella editrice).

Fino agli ultimi giorni, anche se gravato dall’infermità, Juan Mateos ha continuato a lavorare portando miglioramenti al terzo volume del grande commento al Vangelo di Marco.

Juan Mateos è morto lasciando un’enorme eredità, un grande rimpianto e un infinito ringraziamento. Grazie ai suoi studi e alle sue interpretazioni dei testi evangelici la buona notizia è tornata a essere tale. Tanti gruppi cristiani e tantissime persone si sono alimentate dei suoi scritti e hanno scoperto il volto di un Padre che ama i suoi figli indipendentemente dal loro comportamento e che, per amore, dona a essi una vita capace di superare la morte, la stessa che ora Juan sta sperimentando in pienezza.

L’ultimo libro di Juan Mateos e di Fernando Camacho edito in lingua italiana è Il Figlio dell’Uomo, verso la pienezza umana (Cittadella ed.). In questo libro è come racchiusa la sintesi del lavoro esegetico di Juan e si scopre tutta la ricchezza di una vita posta a servizio degli altri.